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Art Bonus, completato l’intervento di restauro del Libro d’oro di San Miniato

18 Maggio 2019

Sarà esposto in Sala del Consiglio fino al 30 giugno

Concluso l’intervento di restauro del Libro d’oro di San Miniato, primo progetto sostenuto con la formula dell’Art Bonus, ad essere stato terminato. Il volume, conservato all’interno dell’Archivio storico comunale, è un prestigioso e monumentale repertorio araldico che raccoglie gli stemmi delle famiglie nobili sanminiatesi e registra le presenze illustri nella città di San Miniato, nel quale sono contenute anche le registrazioni dell’iscrizione al grado nobile delle famiglie sanminiatesi. Secondo la legge sulla Nobiltà e cittadinanza del Granducato di Toscana del 1750, infatti, San Miniato era una delle 14 Città del Granducato che potesse conferire il grado nobile a chi, in possesso dei requisiti specifici, ne facesse richiesta.

Distrutto il primo registro negli anni novanta del XVIII secolo, l’attuale porta la data del 1822 e ha aggiornamenti fino agli anni cinquanta del XIX secolo. A presentare i dettagli di un intervento delicato ed importante, sono stati questa mattina gli amministratori, gli studenti della classe 4AA dell’IT Cattaneo che l’anno scorso ha realizzato un lavoro dedicato al Libro d’oro all’interno del progetto “A scuola d’archivio”, il restauratore Claudius Schettino e l’archivista del Comune di San Miniato Laura Guiducci, che hanno mostrato il volume esposto in Sala del Consiglio fino al 30 giugno, all’interno di una teca di vetro, con il permesso della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana.

L’intervento ha previsto la pulizia a secco e la deacidificazione non acquosa delle carte, oltre il risarcimento degli strappi e la velatura delle cornici degli stemmi con carta giapponese di adeguato colore e grammatura. Per la coperta, dopo un trattamento chimico, è stata effettuata la rilubrificazione liquida con soluzione di olio di piede di bue e umidificazione ad ultrasuoni della pelle. La legatura delle carte è stata poi rinforzata mediante il distacco del dorso della copertina, il raddrizzamento del dorso del volume grazie alle foderature in carta di fibra di cotone e la reindorsatura con pelle conciata al vegetale.

Il costo complessivo del restauro è stato di 3.708 euro, contributi ottenuti grazie alle donazioni dell’Azienda Speciale Farmacie, della Pallets Bertini Group e della Glc Srl. Positivi quindi i primi riscontri del sistema di incentivi fiscali, introdotto dal decreto Cultura varato nell’estate 2014 e reso permanente dalla legge di stabilità 2016, in favore di privati, enti o società che decidono di fare mecenatismo, cioè di effettuare erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura e dello spettacolo, il cui credito d’imposta, pari al 65% dell’erogazione liberale, è detraibile in 3 anni.

Oltre a queste, nell’elenco messo a disposizione dal Comune sul sito www.artbonus.gov.it restano ancora da finanziare una serie di opere conservate nell’Archivio Storico (le tre carte con le vedute della famiglia Roffia e le 98 carte provenienti dall’Archivio Roffia relative al processo di Gostanza da Libbiano) e nell’Oratorio del Loretino (la cancellata, alcune tavole del Tabernacolo, sei candelieri di intagliatore anonimo toscano della prima metà del XVIII secolo facenti parte dell’arredo storico dall’arredo dell’Oratorio e la Madonna con bambino e Santa Lucia di Antonio Bamberini, forse figlio del più famoso fiorentino Anton Domenico Bamberini, attivo a San Miniato nella prima metà del XVIII secolo), la Madonna col Bambino, San Francesco, un vescovo e membri di una confraternita un dipinto di grandi dimensioni (233 x 150 cm) di provenienza che raffigura la Vergine con il Bambino tra San Francesco e un Vescovo alla presenza di membri di una confraternita laicale, verosimilmente committente dell’opera, databile XVII secolo e gli affreschi del soffitto dell’Ex Convento della Trinità, in centro storico.