Si alza il sipario sulla XXX edizione del premio giornalistico “Roberto Ghinetti”, un appuntamento consolidato ed importante che il Comune di San Miniato e la redazione de il Tirreno di Pisa e Pontedera hanno istituito nel lontano 1994, in memoria del giornalista del quotidiano livornese morto nel 1993, a soli 32 anni, per una grave malattia. Dopo aver premiato giornalisti come Sandro Curzi, Federico Fazzuoli, Giulio Borrelli, Riccardo Iacona, Ilaria D’Amico, Aldo Cazzullo, Francesco Viviano, Mario Giordano, Conchita Sannino, Sandra Bonsanti, Pier Vittorio Buffa, Carlo Verdelli, Andrea Vianello e dopo essere stato assegnato alla memoria di Ilaria Alpi, quest’anno a vincere è il giornalismo d’inchiesta. Si aggiudicano questo riconoscimento, per la categoria “senior”, il giornalista Giuseppe Rinaldi e, per la sezione giovani (categoria “under 35”), la giornalista Cecilia Sala. L’intento del premio è quello di esaltare e sottolineare il valore di questa professione, ribadendo il diritto ad un’informazione libera e corretta.
La cerimonia di premiazione si svolgerà venerdì 12 gennaio, alle 17.00, nella Sala Pierazzi di Palazzo Grifoni, un appuntamento importante che vuole celebrare i tre lunghi decenni di vita del premio. Nella mattina, dalle 10.00 alle 12.00, Giuseppe Rinaldi sarà ospite all‘IT “Cattaneo” di San Miniato, nell’auditorium “Marianelli”, per incontrare gli studenti e le studentesse per una lezione sul giornalismo d’inchiesta.
Giuseppe Rinaldi, classe 1961, dal 1990 è tra gli autori ed inviato di punta del programma televisivo “Chi l’ha visto?”; nel 2021 passa su Rai2 alla conduzione di “Detectives – Casi risolti e irrisolti”, che va in onda in seconda serata ed è realizzato in collaborazione con la polizia di Stato. Si è occupato di molti casi di cronaca nera, tra cui quello di Ferdinando Carretta e di Salvatore Parolisi.
Cecilia Sala, 27 anni, è una giornalista specializzata in politica estera, lavora a Il foglio ed è autrice e voce del podcast “Stories” di Chora News, dove racconta una storia al giorno. E’ la prima inviata podcaster in aree di crisi. Ha pubblicato reportage su L’Espresso, Vanity Fair e Wired. Ha seguito sul campo la crisi in Venezuela, le proteste in Cina, Iran, la caduta di Kabul nelle mani dei talebani ad agosto 2021 e la guerra di Ucraina. Con Mondadori ha pubblicato insieme a Chiara Lalli, Polvere (2021), una controinchiesta sul caso Marta Russo.
“Trenta edizioni rappresentano un traguardo straordinario, tre decenni del premio che ci dicono quanto ci abbiamo creduto e ancora ci stiamo credendo, ma soprattutto che abbiamo avuto il desiderio e la volontà ferma di portare quei semi gettati nel lontano 1994, quando allora in molti avevano ricordi vividi di Roberto, a germogliare, divenendo arbusti forti – dichiara il sindaco di San Miniato Simone Giglioli -. Nel momento storico che stiamo vivendo, il ruolo svolto dai giornalisti si rivela centrale per tutta la società. Lo vediamo nel corso dei numerosi conflitti in atto nel mondo, contesti che fanno emergere ancora di più l’importanza di un’informazione seria e approfondita condotta da chi vive e racconta questi fatti tragici sul campo. Quello dell’informazione è un settore ancora troppo condizionato dalla piaga del precariato e dagli esigui compensi, da tempo al centro di discussioni e confronti, senza contare gli impressionanti numeri relativi a giornalisti sotto scorta perché minacciati. Con questo premio il Comune di San Miniato si impegna a mandare un segnale affinché tale professionalità sia tutelata e messa in condizione di operare al meglio – e conclude -. Nell’edizione 2023, abbiamo scelto di premiare chi ha fatto e sta facendo giornalismo d’inchiesta con grande onestà e correttezza, stando in prima linea, preservando quello spirito critico che rende un giornalista il fondamentale intermediario tra ciò che accade e la società in cui ci muoviamo, con uno sguardo anche al mondo dei giovani e ad un’informazione che, anche per loro, è sempre più complessa da decifrare”.